Studente: Sara Frizzarin
Titolo tesi: Quel mostro di madre? Studio clinico-criminologico sulla psico(pato)logia dell’infanticidio e del contesto familiare e sociale.
Docente relatore: Prof. Marco Monzani
Docente controrelatore: Prof. Mario Magrini
Presidente commissione di tesi: Prof. Fabio Benatti
Data discussione tesi: 16 ottobre 2021
Licenza in: Psicologia clinica e di comunità
Dal mito di Medea ad oggi. L’infanticidio è un fenomeno che trova le sue origini nell’antica Grecia nella quale era ampiamente diffuso e legittimato, oggi a distanza di epoche, l’infanticidio è regolato dall’articolo 578 del nostro codice penale. Dopo aver presentato un inquadramento storico e legislativo del fenomeno posto in esame, il presente lavoro si pone l’obbiettivo di comprendere, attraverso lo studio della psicologia e della psicopatologia della maternità, l’incidenza dell’insanità mentale nel reato, e ancor di più il ruolo che riveste l’ambiente di riferimento della donna, in particolare in un’ottica preventiva. Verrà condotto uno studio di due casi di donne infanticida, e verrà apportata, come contributo cardinale, l’intervista ad un professionista di rilievo nel campo della psichiatria nazionale, che conferirà al presente lavoro importanti chiarimenti, oltre che rilevanti considerazioni rispetto al tema della prevenzione, tema che funge da conduttore nelle indagini e nelle riflessioni dell’ultimo capitolo.
From the myth of Medea to today. Infanticide is a phenomenon that has its origins in ancient Greece in which it was widely spread and legitimized, today at a distance of ages, infanticide is regulated by article 578 of our penal code. After presenting a historical and legislative framework of the phenomenon under consideration, this work aims to understand, through the study of the psychology and psychopathology of motherhood, the incidence of mental insanity in the crime, and even more the role played by the environment of reference of the woman, in particular from a preventive point of view. A study of two cases of infanticide women will be conducted, and an interview with a prominent professional in the field of national psychiatry will be made as a cardinal contribution, who will provide this work with important clarifications, as well as relevant considerations with respect to the topic of prevention, a theme that acts as a conductor in the investigations and reflections of the last chapter.
Studente: Anna Sandri
Titolo tesi: Disturbi della condotta alimentare e vita digitale: esiste una correlazione tra i due mondi? Analisi di alcuni aspetti psicologici, psico-patologici e clinici.
Docente relatore: Prof. Giovanni Fasoli
Docente controrelatore: Prof. Lino Rossi
Presidente commissione di tesi: Prof. Davide Maria Marchioro
Data discussione tesi: 15 ottobre 2021
Licenza in: Psicologia clinica e di comunità
A molte persone sarà capitato di essere talmente tanto coinvolti da una serie televisiva da non riuscire a smettere di cliccare il tasto “episodio successivo”, oppure non riuscire a controllare l’impulso di mangiare, arrivando così ad abbuffarsi. I due argomenti sembrano totalmente diversi tra loro, eppure l’esagerazione di entrambi gli aspetti rappresenta un quadro patologico interessante. Dunque, cosa hanno in comune le nuove patologie digitali con i disturbi alimentari? Quali sono gli aspetti psicologici dietro le loro manifestazioni? E le prospettive cliniche? L’obiettivo di questo studio è quello di analizzare i fenomeni che rappresentano le abbuffate digitali e i comportamenti alimentari disfunzionali, all’interno del contesto storico-culturale moderno dell’iperconnessione digitale. A questo proposito, vengono analizzati sotto l’aspetto psicologico, psicopatologico e clinico i fenomeni che caratterizzano i due ambiti quali il binge-whatching (nelle sue diverse connotazioni del binge-racing, vamping e gaming), la nomo-fobia, la F.o.M.O., l’anoressia e bulimia nervosa e il binge-eating. Lo studio in questione è stato condotto secondo una metodologia di lavoro che ha comportato un approfondimento bibliografico di settore tramite la consultazione di fonti scientifiche aggiornate, tra cui la letteratura nazionale e internazionale. Esso è articolato in quattro sezioni: nella prima si delineano i principali aspetti della società moderna iperconnessa e dei principali fenomeni di abbuffata digitale che ne possono derivare. Nella seconda parte vengono approfonditi gli stessi fenomeni sotto l’aspetto psicologico, psicopatologico e clinico che a sua volta porta, nella sezione successiva, allo stesso approfondimento rispetto i disturbi della condotta alimentare (DCA). Nell’ultima parte, invece, viene esaminata la relazione tra i due aspetti, presentando una proposta di trattamento in ambito clinico dei disturbi alimentari con l’uso della realtà virtuale.
Many people may have happened to be so involved in a television series that they can’t stop clicking the "next episode" button or fail to control the urge to eat, resulting in binge eating. The two arguments seem totally different from each other, nevertheless the exaggeration of both aspects represents an interesting pathological picture. Therefore, what do the new digital pathologies have in common with eating disorders? What are the psychological aspects behind their manifestations? And the clinical perspectives? The goal of this study is to analyze the phenomena that represent the digital binges and the dysfunctional eating behaviors, within the modern historical-cultural context of digital hyper-connection. In this regard, the phenomena that characterize the two areas, such as binge-watching (in its various connotations of binge-racing, vamping, and gaming), nomo-phobia, FoMO, anorexia, bulimia nervosa and binge-eating, are analyzed from a psychological, psychopathological, and clinical point of view. The study in question, was conducted according to a working methodology that involved a bibliographic study of the sector by consulting up-to-date scientific sources, including national and international literature. It is divided into four sections: the first outlines the main aspects of the hyper-connected modern society and the main phenomena of digital binge that can derive from it. In the second part, the same phenomena are examined in depth from a psychological, psychopathological and clinical aspect which in turn leads, in the next section, to the same in-depth analysis of eating disorders (DCA). In the last part, however, the relationship between the two aspects is examined, presenting a proposal for treatment in the clinical setting of eating disorders with the use of virtual reality.
Studente: Patrizia Vincenza Fontana
Titolo tesi: La percezione dell'immagine di se' tra vita e social, tra psicopatologia e clinica
Docente relatore: Prof. Giovanni Fasoli
Docente controrelatore: Prof. Lino Rossi
Presidente commissione di tesi: Prof. Davide Maria Marchioro
Data discussione tesi: 15 ottobre 2021
Licenza in: Psicologia clinica e di comunità
In una società in cui l’immagine è un elemento chiave del successo personale, sociale e professionale, preoccuparsi del proprio aspetto è diventato fondamentale ed allo stesso tempo difficile da ignorare. Come in tutte le cose, però, anche nell’attenzione alla bellezza servono equilibrio e misura: due elementi a dir poco fondamentali per discriminare tra una positiva cura di sé e l’espressione di un disagio psicologico profondo che si esprime nella persistente insoddisfazione di come si appare. Di fronte ad una esagerata attenzione a dettagli trascurabili del proprio aspetto ed al ripetuto ricorso a trattamenti estetici o interventi chirurgici più o meno invasivi (dipende dai casi), la probabilità che sia presente un disturbo di dismorfismo corporeo è molto elevata. Questa ricerca analizza approfonditamente questo disturbo, mettendone in luce gli aspetti più rilevanti, sottolineando anche il legame dell’insorgenza di questa patologia con l’utilizzo delle piattaforme digitali, al fine di comprendere quanto i social networks possano contribuire o meno ad aggravare l’eventuale disturbo pre-esistente, e quanto e se, possano effettivamente incentivare una condotta patologica. Il tutto nell’ottica del potere e dell’influenza che uno strumento come il world wild web ha nella vita di tutti. Inoltre è stata fatta una breve revisione dei trattamenti attualmente utilizzati per la cura del disturbo da dismorfismo corporeo, integrando la terapia cognitivo-comportamentale, l’approccio farmacologico e le nuove modalità che prevedono l’erogazione della terapia attraverso la piattaforma digitale, mezzo potentissimo e all’avanguardia specialmente nel contesto storico attuale in cui la frenesia moderna da una parte e i recenti avvenimenti storici in campo sanitario dall’altro, non permettono una fruizione sempre ideale della terapia classica face-to-face.
In a society where image is a key element of personal, social and professional success, worrying about one's appearance has become fundamental and, at the same time, hard to ignore. However, balance is important also in the attention to beauty, a fundamental element to discriminate between a positive self-care and the expression of a profound psychological discomfort that is expressed in the persistent dissatisfaction about appearence. Faced with an exaggerated attention to negligible details of one's appearance and the repeated use of aesthetic treatments or more or less invasive surgery (depending on the case), the chance to suffer from a body dysmorphic disorder is very high. This research analyzes this disorder in depth, highlighting the most relevant aspects, also underlining the link of the onset of this pathology with the use of digital platforms, in order to understand how social networks can contribute or not to aggravate any eventual preexisting disorder, and how much and if they can actually encourage pathological conduct. All in view of the power and influence that a tool like the world wild web has in everyone's life. In addition, I made a brief review of the treatments currently used for body dysmorphic disorder, integrating the cognitive-behavioral therapy, the pharmacological approach and the new cognitive therapy through the digital platform, very powerful and useful especially in the current historical context in which the modern frenzy and the recent historical events in the health field, do not always allow an ideal use of classic face-to-face therapy.
Studente: Silvia Cafiero
Titolo tesi: L’ADHD in una società post-tecnologica: le tecnologie immersive come dispositivi per il potenziamento cognitivo
Docente relatore: Prof. Giovanni Fasoli
Docente controrelatore: Prof. Lino Rossi
Presidente commissione di tesi: Prof.ssa Davide Maria Marchioro
Data discussione tesi: 15 ottobre 2021
Licenza in: Psicologia clinica e di comunità
Questo lavoro ha come tema centrale la relazione tra il disturbo da deficit di attenzione e iperattività/impulsività e le tecnologie immersive, con specifico riferimento ai videogiochi. In particolare, l'obiettivo è quello di mostrare come questi strumenti possano svolgere un ruolo di supporto nella didattica a scuola e nell'affiancare il trattamento tradizionale dell'ADHD. Infatti, i soggetti con questo disturbo risultano maggiormente attratti dai videogiochi e, per questo motivo, si ritiene che tali strumenti possano svolgere un ruolo di rilievo nella terapia. La ricerca è stata condotta attraverso un metodo che ha portato a un approfondimento bibliografico di settore, con l'utilizzo di fonti scientifiche nazionali e internazionali nell'ambito dell'ADHD e in particolare del mondo delle tecnologie immersive. Per un'esposizione funzionale all'obiettivo, il lavoro è diviso in tre sezioni. Nella prima vengono date le basi teoriche dell'ADHD e viene spiegato il particolare legame che vi è tra i soggetti con questo disturbo e i videogiochi. Nella seconda vengono esposte le diverse tipologie di videogames, analizzati i principali disturbi a cui possono condurre e, infine, descritte le influenze che hanno su identità, emozioni e cognizione. Nell'ultima sezione, grazie all'utilizzo di recenti ricerche che hanno sviluppato Serious Games, si descrive come i videogiochi possano risultare strumenti funzionali per supportare l'apprendimento a scuola e per affiancare le tradizionali modalità di trattamento dell'ADHD.
This work focuses on the relationship between attention deficit hyperactivity/impulsivity disorder and immersive behaviors, with specific reference to video games. In particular, the aim is to show how these tools can play a supportive role in teaching at school and in sustaining the traditional treatment of ADHD. Subjects with this disorder are more attracted to videogames and for this reason it is believed that these tools can play an important role in therapy. The research was conducted through a method that led to a bibliographic study of the sector, with the use of national and international scientific sources in the field of ADHD and in particular the world of immersive behaviors. Fora fu.nctional exposure, the work is divided into three sections. The first section covers the theoretical foundations of ADHD are given and the particular relationship between subjects with this disorder and video games is explained. In the second section, the different types of videogames are exposed, the main disorders to which they can lead are analyzed and the intluences they have on identity, emotions and cognition are described. Finally, in the last chapter, thanks to the use of recent research that have developed Serious Games, it is described how video games can be functional tools to support learning at school and to sustain traditional ADHD treatment methods.
Studente: Matteo Chiarani
Titolo tesi: Il “corpo-a-corpo” terapeutico. Il contributo della fenomenologia clinica alla comprensione e alla cura del paziente sofferente
Docente relatore: Prof. Davide Maria Marchioro
Docente controrelatore: Prof. Nicola Giacopini
Presidente commissione di tesi: Prof. Fabio Benatti
Data discussione tesi: 14 ottobre 2021
Licenza in: Psicologia clinica e di comunità
L’obiettivo del presente lavoro è mostrare come la fenomenologia clinica offra un sapere, un saper-fare e un saper-esserci pertinenti ed efficaci in ordine alla comprensione e alla cura del “disturbo mentale”, col duplice fine di allargare il campo della comprensibilità del mondo della vita del paziente e di umanizzarne la cura. La ricerca è stata condotta mediante l’approfondimento bibliografico di settore, aperto ai contributi della riflessione filosofica contemporanea, e si articola in tre capitoli. Nel primo capitolo si cercherà di evidenziare la bontà teorica e pratica di fondare la clinica su un buon impianto fenomenologico. Nel secondo capitolo si darà rilevanza ad alcuni elementi del fare terapeutico in prospettiva fenomenologica, sostenendo come sia essenziale “dar la parola al paziente”, mediante un comune percorso di ricerca e chiarificazione dei significati che vengono messi in campo nell’incontro-scontro con le esperienze abnormi. Nel terzo capitolo, infine, si porrà attenzione ad alcuni aspetti di quel “corpo-a-corpo” terapeutico che caratterizza l’incontro dialogico tra il clinico e il paziente, intendendo il percorso di guarigione essenzialmente come la ripresa del dialogo interrotto con l’alterità.
The objective of this work is to show how the clinical phenomenology offers knowledge, skills and know-how, as well as existential competence, that represent an effective way to understand and cure the “mental disease” and that will both help understanding the life of the patient and humanize the cure. The research is based on specific bibliographic analysis, in addition to contributions from contemporary philosophic reflection, and it is organized in three chapters. In the first chapter, we will highlight that clinical interventions based on a good phenomenological system have theoretical and practical effectiveness. In the second chapter, some elements concerning the therapeutical action within a phenomenological approach will be analysed, in order to confirm that it is essential to let the patient talk, through a common research path and through the clarification of the various meanings involved in the clash with the abnormal experiences. Finally, in the third chapter, we will focus on some aspects of the therapeutical side-by-side contact that characterizes the dialogical encounter between therapist and patient, since the healing process is mainly intended as the resumption of the dialogue with otherness that was previously interrupted.
Studente: Samira Mastromauro
Titolo tesi: L'impatto dell'endometriosi nella storia e nella dinamica della coppia
Docente relatore: Prof. Marco Ballico
Docente controrelatore: Prof.ssa Francesca Gnoato
Presidente commissione di tesi: Prof.ssa Angela Schinella
Data discussione tesi: 09 ottobre 2021
Licenza in: Psicologia clinica e di comunità
Con il presente lavoro si intendono analizzare le diverse conseguenze dell’endometriosi sulle dinamiche che riguardano la coppia e sulla qualità di vita della donna. L’endometriosi può essere definita come una patologia ginecologica cronica complessa la quale, proprio per la sua sintomatologia e le sue conseguenze sul piano della fertilità, può rientrare nell’ambito delle we-diseases. In particolare verranno prese in considerazione i cambiamenti a livello della generatività e della progettualità; inoltre verranno analizzate le strategie di coping utili a fronteggiare la malattia e le conseguenze ad essa associata. Nella prima parte della ricerca è stato svolto un approfondimento bibliografico riprendendo studi recenti sull’endometriosi: inizialmente verrà descritta la patologia dal punto di vista medico, poi verranno analizzate le conseguenze della stessa sul piano individuale e di coppia, con particolare riferimento all’infertilità e successivamente verrà considerato il ruolo del medico e del terapeuta nel trattare con donne che soffrono di endometriosi. Nella seconda parte, viene presentato il lavoro sperimentale qualitativo condotto su un campione di dieci partecipanti, nei mesi di luglio e agosto 2021. Tale ricerca ha l’obiettivo di mettere in evidenza le dinamiche di coppia e le loro modificazioni a seguito della diagnosi di endometriosi.
With this work I intend to analyze the various consequences of endometriosis on the dynamics concerning the couple and on the quality of life of women. Endometriosis can be defined as a complex chronic gynecological disease and it can fall within the scope of the we-diseases because of its symptoms and its consequences on fertility. In particular, I will take into consideration the changes involving the generativity and the planning; furthermore, I will analyze the coping strategies that are useful for dealing with the disease and its associated consequences. In the first part of the research I have carried out a bibliographic study taking up recent studies on endometriosis: initially the pathology will be described from a medical point of view, then its consequences on the individual and on the couple will be analyzed, with particular reference to infertility, and subsequently I will consider the role of the doctor and the therapist in dealing with women suffering from endometriosis. In the second part, I will present the qualitative experimental work conducted on a sample of ten participants in the months of July and August 2021. This research aims to highlight the dynamics of the couple and its changes following the diagnosis of endometriosis.
Studente: Giulia Tagliapietra
Titolo tesi: Stimolazione magnetica transcranica ripetitiva (rTMS) e psicoterapia nel trattamento combinato del disturbo ossessivo-compulsivo
Docente relatore: Prof. Franco Garonna
Docente controrelatore: Prof.ssa Francesca Gnoato
Presidente commissione di tesi: Prof.ssa Angela Schinella
Data discussione tesi: 09 ottobre 2021
Licenza in: Psicologia clinica e di comunità
Il problema della resistenza ai comuni trattamenti e le situazioni croniche di malattia hanno portato alla ricerca di nuove soluzioni per la cura, così si sono introdotte le tecniche di neuromodulazione. Nello specifico in questo elaborato affronteremo la Stimolazione Magnetica Transcranica ripetitiva (rTMS): cos’è, come si presenta e quando si utilizza; per poi focalizzare l’attenzione sul disturbo ossessivo-compulsivo e su come questa tecnica si possa combinare con la psicoterapia e la farmacoterapia per un risultato di potenziamento delle stesse. A prova di questo si presenta uno studio osservazionale retrospettivo condotto su 46 soggetti ospiti della casa di cura Villa Park Napoleon (TV) tra il 2016 e il 2020 con l’obiettivo di dimostrare che combinare la rTMS con la psicoterapia cognitivocomportamentale è un potenziamento che aiuta il paziente a riprendere fiducia e a ritrovare la motivazione al cambiamento, soprattutto nelle situazioni più difficili e refrattarie. Infatti, nel 71,74% dei casi c’è stato un netto miglioramento della condizione clinica. Inoltre, lo studio ha permesso di vedere anche quanto sia importante un atteggiamento attivo e propositivo del paziente durante il percorso di cura al fine di migliorare la condizione clinica o, se non altro, il mantenimento dello stato di malattia evitando di incorrere in stati aggravati.
The problem of resistance to common treatments and chronic disease situations have led to the search for new solutions for treatment, so neuromodulation techniques have been introduced. Specifically, in this paper we will deal with repetitive Transcranical Magnetic Stimulation (rTMS): what it is, how it looks and when it is used; to then focus attention on obsessive-compulsive disorder and on how this technique can be combined with psychotherapy and pharmacotherapy for a result of their enhancement. As proof of this is presented a retrospective observational study conducted on 46 guests of the Villa Park Napoleon (TV) nursing home between 2016 and 2020 with the aim of demonstrating that combining rTMS with cognitive-behavioral psychotherapy is an enhancement which helps the patient to regain confidence and find the motivation to change, especially in the most difficult and refractory situations. In fact, in 71,74% of cases there was a marked improvement in the clinical condition. Furthermore, the study also allowed us to see how important an active and proactive attitude of the patient is during the course of treatment in order to improve the clinical condition or, if nothing else, to maintain the state of illness avoiding incurring aggravated states.
Studente: Francesca Piscopo
Titolo tesi: Prendersi cura della persona con demenza. La conoscenza e la gestione delle emozioni dei “caregivers”: la relazione d’aiuto in tempi di Covid-19
Docente relatore: Prof. Renato Lalli
Docente controrelatore: Prof.ssa Francesca Gnoato
Presidente commissione di tesi: Prof.ssa Angela Schinella
Data discussione tesi: 09 ottobre 2021
Licenza in: Psicologia clinica e di comunità
Il fulcro centrale di questo lavoro vuole essere: “come aiutare chi aiuta”, in particolare in tempi straordinari di pandemia da Covid-19. E’ un tema che cercherò di sintetizzare nel presente lavoro di tesi, secondo le linee guida seguite durante il tirocinio presso la residenza per anziani Ca’ dei Fiori di Quarto d’Altino e Casale sul Sile (Treviso). La ricerca, condotta basandosi sulla comprensione profonda dell’esperienza vissuta in tirocinio, ha comportato un approfondimento bibliografico di settore, attraverso la consultazione di materiale scientifico nell’ambito dello sviluppo della competenza di coloro che si occupano della cura dei soggetti anziani entrati in diverse fasi di demenza. Gli argomenti trattati sono articolati in quattro capitoli: nel primo si sviluppa l’inquadramento delle diverse forme di demenza con brevi considerazioni sulla stimolazione cognitiva; nel secondo si riconsidera la demenza in termini di benessere della persona, cercando di conoscere e gestire le emozioni di tutti i caregivers che si prendono cura dell’anziano, in generale e in tempi di Covid 19; nel terzo sono esplicitate le relazioni di aiuto in residenza per anziani e nel rapporto con i caregivers presenti, come vissute in tirocinio e infine, nel quarto, si pone attenzione alla rete di servizi presenti sul territorio veneto e agli aspetti legali da approfondire per supportare i caregivers.
The focus of this research wants to be: "How to help those who help", especially in extraordinary times of the Covid-19 pandemic. This is an idea that I will try to summarize in this thesis, according to the guidelines followed during the internship at the residence for the elderly, Ca 'dei Fiori in Quarto d'Altino and Casale sul Sile (Treviso). The research conducted, based on the analysis and deep understanding of the experience lived in the internship, involved an in-depth bibliographic study of the sector, through the consultation of scientific material in the context of the development of knowledge and competence of those involved in the care of elderly subjects, who have entered different stages of dementia. The topics covered, are divided into four chapters: in the first one, develops the classification of the different forms of dementia with brief considerations on cognitive stimulation; in the second one, reconsiders the dementia in terms of well-being of the person, trying to know and manage everyone's emotions the caregivers who take care of the elderly, in general and in times of Covid 19; in the third, the help relationships in the residence for the elderly and in the relationship with the caregivers present are explained, as lived in internship, and finally, in the fourth, attention is paid the network of services present in Veneto area and the legal aspects to be investigated to support caregivers.
Studente: Mirta Meneghelli
Titolo tesi: Il ruolo materno all'interno di una comunità mamma-bambino. Percezioni di relazioni. Una ricerca presso i Centri Artemisia in Lombardia e in Piemonte.
Docente relatore: Prof.ssa Angela Schinella
Docente controrelatore: Prof.ssa Francesca Gnoato
Presidente commissione di tesi: Prof.ssa Davide Maria Marchioro
Data discussione tesi: 09 ottobre 2021
Licenza in: Psicologia clinica e di comunità
L’argomento scelto verte intorno al tema della maternità e delle sue rappresentazioni in donne che, a causa di difficoltà personali, sociali o psichiche, vivono temporaneamente in una comunità mamma-bambino. Gli obiettivi del lavoro hanno origine dalla tesi che il contesto comunitario possa influenzare le madri ad avere una determinata percezione di sé e del proprio ruolo materno, migliorando le capacità di maternage e il legame con il figlio. Si è svolta una ricerca qualitativa ed il lavoro è articolato in quattro sezioni. Nella prima, si inquadrano le principali impostazioni teoriche che hanno trattato del legame madre-figlio e della figura materna, facendo riferimento agli studi di J. Bowlby, D. Winnicott e D. Stern. La seconda considera il tema della genitorialità e della nascita dell’identità di madre; il vissuto materno e le relative rappresentazioni genitoriali nei contesti di disagio, i possibili effetti della carenza materna e le comunità mamma-bambino, intese come strumento di prevenzione e di tutela del legame madre-figlio. Nella terza parte viene esposta la ricerca svolta presso le comunità l’Incoronata e Santa Teresa. Sono stati utilizzati due strumenti: un’intervista alle responsabili delle strutture e un questionario, somministrato dal 10 al 15 agosto 2021. L’ipotesi centrale non è stata appieno confermata poiché per la maggior parte delle partecipanti il contesto non ha influito significativamente sulla propria rappresentazione materna; ha influito sullo stato di salute psico-fisico, di benessere e di positività nella relazione con sé e con il/i figlio/i. La parte finale è stata dedicata alle osservazioni conclusive e alla rielaborazione e lettura dei dati raccolti.
The chosen topic focuses on the theme of motherhood and its representations in the women who live within a mother-child educational community, due to a difficult situation and personal, social or psychological discomfort. The objectives of this work revolved around the thesis that the community context can influence mothers to have a certain perception of themselves and their maternal role. The central hypothesis is that this context affects the representation of themselves as mothers, thus helping to improve mothering skills and the bond with the child. Qualitative research has been carried out for the study. The study is divided into four sections. First of all, the mother-child relationship is analyzed according to J. Bowlby, D. Winnicott and D. Stern’s theories. The second part deals with parenthood, the birth of the identity of a mother. In addition, maternity is studied in contexts of distress with the relative parental representations, maternal deficiency and mother-child communities as a tool for prevention and protection of the mother-child bond. Thirdly, the work analyze the research carried out in the communities of Incoronata and Santa Teresa. In order to conduct the study, an interview with the heads and a survey from 10th and 15th August 2021 were conducted. The central hypothesis of the study was not confirmed by the analysis of the obtained data: for the majority of participants the context has not influence on their maternal representation. The last part was dedicated to the final remarks and the reelaboration and reading of the collected data.
Studente: Carlotta Ambrosini
Titolo tesi: La tecnologia come terapia non farmacologica per la demenza e l'Alzheimer
Docente relatore: Prof. Salvatore Capodieci
Docente controrelatore: Prof.ssa Fabiana Filippi
Presidente commissione di tesi: Prof.ssa Davide Maria Marchioro
Data discussione tesi: 09 ottobre 2021
Licenza in: Psicologia clinica e di comunità
La tecnologia come terapia viene utilizzata in svariati ambiti. Il presente elaborato ha l'intento di esporre quali siano i risultati di alcuni studi in merito all'uso della tecnologia come terapia non farmacologica per anziani che vivono con demenza o con Alzheimer. In particolare esaminerò le ricerche che hanno utilizzato la Realtà Virtuale e Aumentata in quanto maggiormente immersive. In generale, quasi tutti i partecipanti agli studi hanno ritenuto le attività molto interessanti e in grado di migliorare l'umore. In tre studi i risultati confermano come l'attività tramite VR abbia migliorato le abilità cognitive dei partecipanti e abbia stimolato la memoria autobiografica e procedurale. In due studi, invece, si sottolinea come l'attività abbia migliorato l'umore dei soggetti. Nel complesso la tecnologia risulta positiva per gli anziani con demenza, anche se i partecipanti delle ricerche utilizzate soffrono di MCI o AD lieve, mentre non ho trovato evidenze sull'uso della tecnologia per la demenza grave. Le ricerche future potrebbero comprendere anche questa fascia di soggetti, anche se potrebbe risultare molto complesso dato il deterioramento cognitivo che caratterizza l'AD grave.
Technology as a therapy is used in various fields. The present paper aims to expose the results of some studies regarding the use of technology as a non-pharmacological therapy for elderly people living with dementia or Alzheimer's. In particular, I will examine the researches that have used Virtual and Augmented Reality as they are more immersive. In general, almost all study participants found the activities very interesting and moodenhancing. In three studies, the results confirm that VR activity improved participants' cognitive abilities and stimulated autobiographical and procedural memory. In two studies, however, it is emphasized that the activity has improved the mood of the subjects. Overall the technology is positive for seniors with dementia, although the participants of the research used suffer from MCI or mild AD, while I found no evidence on the use of the technology for severe dementia. Future research could also include this group of subjects, although it could be very complex due to the cognitive impairment that characterizes severe AD.